Uno stato su Facebook non salverà la tua privacy

facebook

Se c’è una cosa che odio sono le bufale. E se c’è una cosa che mi fa innervosire (le bufale in sé, sinceramente, mi fanno ridere) sono le persone che vanno dietro alle bufale stesse, condividendole sul proprio profilo nella convinzione che uno stato su Facebook o un’immagine possa salvare la propria privacy, impedire a Facebook di usare – per cosa? – le proprie pubblicazioni. 

Conosci lo strumento che usi

Poche settimane fa ho scritto un post sulla bufala di Facebook a pagamento, un altro tipo di allarmismo ricorrente e che mi fa rabbrividire (anche in questo caso più chi la fa circolare che la bufala in sé). Le cose sono due:

  1. Anche se fosse, tu che leggi e condividi queste catene, devi capire una volta per tutte che uno stato su Facebook non salverà la tua privacy. Non è questo il modo per rifiutare delle condizioni d’uso. Che poi quelle condizioni d’uso a cui si fa riferimento nella catena non esistano è un altro discorso.
  2. Se utilizzi una piattaforma devi conoscerla. Senza se e senza ma. Sei un utente Facebook? Non dico che devi conoscere le condizioni d’uso a memoria, ma almeno leggile una volta, rimani aggiornato sulle modifiche interne alla piattaforma. Se guidi una macchina io credo che tu sappia che questa non può impazzire e decidere di andare dove vuole, né eventualmente potresti impedirlo semplicemente dicendole “Fermati”. La morale è che devi conoscere lo strumento che utilizzi.

Questa è la bufala che mi è stata segnalata poche ore fa – se mi leggi grazie, Mariachiara – ancora e di nuovo in circolazione (non che la sua circolazione si sia mai fermata).

Se la GUARDIA DI FINANZA consiglia di pubblicarlo sulla propria pagina, un motivo ci sarà……..
ATTENZIONE
A partire da oggi 29 maggio 2016 alle ore 09.29 ora italiana, non concedo a facebook (e/o agli enti associati ad esso) il permesso di usare le mie immagini, informazioni o pubblicazioni, sia del passato che del futuro.
Con questa dichiarazione, ricordo a Facebook, che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire o intraprendere qualsiasi altra azione in riferimento a questo profilo e/o al suo contenuto.
Questo profilo contiene anche informazioni private e riservate.
La violazione della privacy può essere punita dalla Legge (UCC 1- 308 -1 1 308-103 statuto di ROMA).
Nota: Facebook è ora un azienda pubblica, per cui tutti i membri (per tutelarsi) dovrebbero pubblicare quanto scritto, sul proprio profilo.
Non pubblicando questa dichiarazione, per “silenzio/assenso”, si permetterà l’uso delle foto, delle informazioni e di tutti i contenuti degli “aggiornamenti di stato” del profilo.
NON CONDIVIDERE !.. Copia e incolla !

Facebook ti usa, sempre. Se non ti sta bene, cancella il tuo profilo

Come per la bufala di Facebook a pagamento, non ci vuole una spiegazione chissà quanto complicata per smascherare la bufala e capire che questo post è una cazzata bufala gigante, dalla prima all’ultima riga. Basterebbe anche solo sapere perché Facebook è gratis, che Facebook utilizza già tutti i dati degli utenti, tutti i post pubblicati, i like messi, i video visualizzati, tutto. Tutto ciò che pubblichiamo su Facebook è la merce che Facebook rivende, in forma aggregata, agli inserzionisti, che utilizzano i dati per raggiungere al meglio in base alle attività ed agli interessi il potenziale cliente. Basta sapere questo per capire che non si può dire a Facebook di non usare i nostri dati.

Nel momento in cui clicci sul pulsante per l’iscrizione, la piattaforma inizia a usare i tuoi dati. Se non vuoi che Facebook utilizzi i tuoi dati, cancella il tuo profilo, metti un punto a questa storia. Non solo farai un favore a te stesso evitando lo sfruttamento della tua attività, ma farai anche un favore agli altri utenti che dovranno vedere pubblicati meno post come quello citato.

Sei un webete: informati

Qualcuno potrà obiettare che “non costa nulla” condividere sul proprio profilo un aggiornamento di stato come quello in oggetto. È vero, apparentemente non ha nessuna conseguenza, anzi. Nel migliore dei casi, se dovesse essere realmente come si dice, si salverebbero le pubblicazioni, sia del passato che del futuro. E invece non è così. Se credi a questo tipo di cose, Mentana non me ne vorrà se rubo il suo neologismo, sei un webete. Se condividi e contribuisci alla circolazione di questi contenuti, alimenti la visione di Facebook (che rappresenta in maniera molto spicciola i social e l’internet, è una cosa orribile ma nell’immaginario dell’ignoranza è così) come un cattivo che vuole rubare i tuoi dati. Facebook non ha bisogno di fare le cose di nascosto, non per questo. I tuoi dati sono già i suoi, ci può fare quello che vuole, non ha bisogno di prenderli di nascosto.

Sei un webete anche perché così fai capire agli altri utenti – con la speranza che qualcuno abbia abbastanza senso critico per capirlo – che tu, di come funziona Facebook, non c’hai capito proprio niente. Danneggi la tua credibilità, e se per caso hai intenzione di fare business con i social, non credo che avrai mai un grande successo. Ora, ho scritto questo post abbastanza di getto perciò potrebbero esserci dei refusi, ma la morale in sostanza era già chiara nelle prime righe: prima di postare una cazzata catena, informati: basta una ricerca Google con le prime 5 parole del testo e si trova un post apposito su Bufale.net che smentisce la catena stessa o una molto simile.




Non ci sono commenti

Aggiungi il tuo