I profili social sono la nostra carta d’identità

profili social

Attenzione a quello che pubblicate sui vostri profili social, potrebbe essere molto importante anche per una vostra vacanza futura. Non sono tutti ad avere degli account sui social media, ma certamente sono ormai in tantissimi, e inevitabilmente questo porta ad implicazioni sulla propria identità anche nel mondo reale. La prova di ciò è quanto sta accadendo negli USA, dove in determinate circostanze potrebbe essere chiesto alle persone di mostrare i propri profili social.

Profili social richiesti per entrare negli USA, la vicenda

Prima di proseguire in quella che è l’analisi sul piano sociale proviamo a descrivere con chiarezza la situazione negli Stati Uniti, riportata secondo me molto bene dal sito The Verge. Un nuovo regolamento dell’organo di protezione dogana e confini statunitensi (US Customs and Border Protection) consentirebbe alle autorità di richiedere – per ora solo un’opzione compilare il modulo e non obbligo – alle persone di inserire i dati relativi ai propri account sui social più popolari. Non sarebbe un provvedimento applicabile a tutte le persone in entrata negli USA, ma solo ai viaggiatori in entrata tramite il programma per l’esenzione dal visto. Lo scopo? Identificare potenziali minacce secondo un portavoce.

Profili social come carta d’identità

Non vado oltre nella descrizione del provvedimento, del modulo, delle proteste dei movimenti per i diritti civili. Non perché non siano elementi interessanti, anzi, ma perché in questa sede ritengo più opportuno analizzare ciò che questo significa dal punto di vista dei social media e del progresso tecnologico, nonché effettuando un parallelo tra mondo reale e quello che spesso viene definito come virtuale, un termine che contribuisce a connotare tutto ciò che è online come altro, lontano, alienante, un luogo diverso dalla realtà e quindi automaticamente pericoloso. Credo personalmente che i social media (generalizzo consapevole delle varie problematiche e delle possibili implicazioni negative dei social media, ma questi ci sono anche nell’identità concreta delle persone) siano ormai praticamente estensioni dell’identità reale delle persone.

L’anonimato caratteristico del Web 1.0, quello dei forum, dei nickname, delle identità oscure, è ormai una realtà abbastanza lontana. Social media come Facebook incoraggiano gli utenti ad utilizzarli inserendo i dati reali per poterli sfruttare al meglio: nome e cognome, data di nascita, indirizzo e-mail. E di conseguenza, trasferendo la propria identità in un luogo in cui sono presenti tante delle persone che si conoscono, e anche possibili nuove conoscenze da cui potrebbero nascere – perché no – occasioni professionali, le persone hanno sempre maggiore coscienza di ciò che pubblicano (qualche giorno fa mi sono un po’ accanito contro chi crede alle catene su Facebook sottolineando la necessità di conoscere lo strumento utilizzato).

Dal mio punto di vista la verifica delle informazioni sui nostri profili social da parte delle autorità era assolutamente logico, prevedibile. E analizzando per bene il fatto, controllare Facebook, Twitter, Google Plus, LinkedIn, Instagram, può fornire alle autorità stesse molti più elementi ed informazioni rispetto all’identità di una persona, rispetto a quanto si può capire dalla carta d’identità. I profili social saranno alla lunga la nostra carta d’identità.

Ovviamente non è tutto rose e fiori, e sono tante le obiezioni possibili, tutte pienamente legittime. In primo luogo si può dire che questo tipo di provvedimento non sia altro che uno strumento di controllo, ed è vero, ma non siamo già forse sotto controllo tutti i giorni, pensiamo per esempio al GPS? Poi ci sarà chi non vuole mostrare ciò che privatamente posta sul proprio social media preferito, ed è pienamente vero anche questo, è verosimilmente un ficcare il naso, e non necessariamente ciò che posto su Facebook rispecchia il mio essere, posso anche utilizzarlo semplicemente per pubblicare gattini e video divertenti, ma non è ciò a cui penso tutto il giorno. Tutti contrasti più che legittimi, che però non credo, nonostante le proteste, potranno fermare l’evoluzione dei social in questa direzione.

Profili social e persone

È vero che i social non dicono chi siamo, non completamente, non per tutti. Ma mi pare abbastanza evidente che questa è la direzione che stanno prendendo i profili social, è questo che i creatori identificano come scopo del nostro utilizzo stesso. Dietro ai social media ci sono persone, e c’è chi potrebbe dire che una persona che non ha niente da nascondere non avrà problemi a inserire i dati dei propri profili. Vero, ma d’altra parte potrebbe essere una questione di principio, e sarebbe del tutto comprensibile. Non ho una risposta, non so dire se la richiesta negli USA sia giusta o sbagliata. Secondo me però è un’evoluzione del tutto lineare.

Mi sembra di rivedere in questo Black Mirror 3×01, prima puntata della terza stagione dove in aeroporto Lacie usa lo smartphone ed il social media Prime al check-in. Cosa ne pensate?




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