Brand Festival e Jesi mi hanno piacevolmente stupito

brand festival

Sono stato al Brand Festival, e ho vissuto il main event del 2 aprile al Teatro Pergolesi (location fantastica) dall’interno. È stato veramente bellissimo.

Jesi si tinge di Brand

Non ero mai stato a Jesi, pur vivendo ad Urbino da 4 anni ormai e trattandosi di una città da cui vengono diverse persone che ho conosciuto nel tempo. Pur essendo una città che alla fine (trasporti pubblici catastrofici a parte) dista praticamente 60 minuti di treno da Pesaro. L’occasione di visitare questa città è arrivata con il Brand Festival, la manifestazione che celebra l’identità di marca.

Perché Jesi? Beh, dove parlare di marca, se non nelle Marche? Questo gioco di parole è stato usato a più riprese nel corso della giornata di domenica 2 aprile, ed è giusto citarlo. Non credo ci sia un motivo particolare per cui sia stata scelta questa città.

Da quanto ho capito, anche dalle parole sul palco di Graziano Giacani, il Brand Festival è nato semplicemente da un sogno. Un sogno diventato realtà grazie ad una grande forza di volontà, quella grande laboriosità che caratterizza i marchigiani, persone di cui ho potuto apprezzare la grande voglia di fare. Il Brand Festival per me è così. Oltre che per lo spessore dei relatori e dell’organizzazione, il Brand Festival ha catturato la mia attenzione anche e (almeno inizialmente) perché si è trattato di un evento del mondo digital tenuto nelle Marche.
Questo dovrebbe stupire? Non lo so, ma io sono rimasto – piacevolmente, sia chiaro – stupito dalla grande organizzazione e dalla grande qualità dell’evento stesso. Come ha sottolineato Cristiano Carriero qualche giorno fa: il Brand Festival non è stato a Milano né a Roma, è stato a Jesi. E aggiungo che ha dimostrato che per un evento di qualità non è necessaria una metropoli, ma servono tanta voglia di fare, e tanta capacità di credere in ciò che si fa.

Non ho intenzione di entrare nel dettaglio dei singoli interventi e raccontarne i contenuti (garantisco solo sulla loro qualità), ma mi voglio focalizzare sulla capacità di questo festival, che è durato una settimana, di attirare relatori e pubblico conosciuto in tutta Italia, ma anche e soprattutto tante realtà locali, tanti professionisti che rispecchiano in maniera fantastica ciò di cui è composto il paese: piccole e medie imprese. Non aziende da migliaia di dipendenti, ma poche persone di grande qualità. Mi piace pensare alle agenzie che sono state nei palchi del Teatro Pergolesi come agli artigiani marchigiani della comunicazione, tutte quelle piccole realtà (solo numericamente) in grado di fare grandi cose.

Qualità e passione

A tutto ciò ovviamente si aggiunge la qualità di relatori e professionisti affermati, sinonimo di qualità: Marco Montemagno, Riccardo Scandellari (a.k.a. Skande), Chiamarsi Bomber, Carmi e Ubertis. Diversi punti di vista su uno stesso, fondamentale concetto: il brand. Brand come costruzione di un logo per il Padiglione Italia a Expo, come personal grandine, come stile estetico. Una parola molto utilizzata ma spesso a sproposito, talvolta dimenticando quello che secondo me deve sempre essere al centro di una narrazione, di un’azienda, di un marchio: la qualità. La qualità del prodotto, del contenuto, della comunicazione, la qualità deve essere sempre centrale. La passione che si ha nel cercare di produrre qualcosa di unico, qualcosa che sia il meglio in circolazione.

La passione che ha portato più e più volte Giulia Bezzi a dire che non importa entrare in trending topic su Twitter (tranquilli, #BFJ17 è stato al primo posto anche se non per tutta la giornata), ma sapere che stiamo lavorando bene, al massimo delle possibilità. La stessa passione che ha portato me a twittare come un matto dal profilo Twitter del Brand Festival, e Mariachiara Montebello a fare altrettanto per aiutarmi a coprire tutto ciò che io – purtroppo sono umano e succede – talvolta perdevo, o il pubblico twittava e meritava di essere rilanciato.

Brand Festival social team

Fonte immagine: Maria Luisa Spera https://www.facebook.com/mariloulapelagallina

Un Evento con la E maiuscola

La passione, quindi. La passione e la buona volontà con cui il social media team ha fatto un lavoro a mio avviso eccellente (poi ovvio, si può sempre migliorare), l’organizzazione pure come già detto, ed il risultato è stato quello di ieri. Un Evento che si merita indubbiamente la E maiuscola. Un evento che non vedo l’ora di vivere nuovamente. Non io, ma noi, tutti insieme. A Jesi.

P.s. mi scuso se non ho menzionato qualcuno in questo post. Ma sentitevi tutti toccati. Questo post è per tutti, e se ci sono refusi o qualcuno manca, è perché odio rileggere i post come questo, che mi piace scrivere di getto, così come mi vengono in mente, con il mio filo logico personale.




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