SMDAYIT: uno sguardo dall’interno all’evento Mashable italiano

smdayit mashable

Si è tenuta pochi giorni fa a Milano l’edizione italiana del Mashable Social Media Day, evento che celebra la rivoluzione digitale e tutto il resto, non serve specificare di cosa si tratti, se non lo sapete potete visitare il sito ufficiale. Sono stato selezionato – tra 120 candidature – tra i 20 che hanno fatto parte del Social Media Team dell’evento, perciò ora, a mente fredda, è il momento di analizzare l’evento stesso e vedere cosa ha funzionato e cosa no.

SMDAYIT: location OK

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Fonte immagine: Andrea Careddu

Partiamo dall’analisi della location. Il SMDAYIT è stato quest’anno ospitato da IED (Istituto Europeo di Design) a Milano, con un’ampia sala che ha contenuto le 500+ persone iscritte alla due giorni abbastanza bene. Un po’ di affollamento durante la pausa pranzo, ma in fin dei conti il posto scelto si è rivelato adatto e più che all’altezza dell’evento. Lo IED è sinonimo di classe e qualità, tanto che anche gli interventi di apertura delle due giornate, affidati ai docenti dell’istituto, sono stati molto pertinenti con lo spirito stesso dell’evento.

Varietà nei talk e racconto di storie

Passiamo però a quello che è il focus del Mashable SMDAYIT, ovvero il contenuto, per due giorni di interventi in ambito digitale e social media, per quello che l’evento che “celebra la rivoluzione digitale e le potenzialità dei social network attraverso le testimonianze dei migliori esperti del settore.” Al mio primo Mashable SMDAYIT posso dirmi abbastanza soddisfatto rispetto ai tanti interventi di professionisti che nel corso dei due giorni si sono passati il testimone sul palco dello IED. Giusto per citarne qualcuno: Marco Montemagno ha raccontato quanto la costanza e la forza di volontà possano fare la differenza nel mondo del digitale; Dario Vignali invece come si debba vendere sé stessi nel mondo di digital e personal branding; e ancora Orazio Spoto che ha raccontato l’evoluzione di Instagram.

Sono state tante anche le storie in cui si è intrecciato il professionale con lo strettamente personale: Fabio Zaffagnini ha raccontato come sia riuscito a portare i Foo Fighters a Cesena e quello che è successo dopo, Emanuela Zaccone come sia nato TOK.tv e come si possa avere successo anche con un team che si incontra fisicamente solo poche volte l’anno.

Menzione a parte per Mirko Pallera, CEO di Ninja Marketing e Ninja Academy che secondo me ha tenuto il talk più interessante di tutto il SMDAYIT, con diverse pillole di marketing e di strategie digitali che porterò con me in futuro e terrò ben strette (con la speranza di fare un domani un corso e diventare un Guerriero Ninja).

Numeri e perplessità

A voler trovare un punto debole, questo forse è proprio nel racconto di storie. Forse – e dico forse adottando un punto di vista che non è propriamente specchio del mio pensiero su SMDAYIT – sono stati un pelo troppi i talk che si, hanno raccontato un’esperienza, ma solo a grandi linee, senza cioè entrare troppo nello specifico delle pratiche che hanno portato al successo dei progetti. Non farò nomi perché non mi sembra corretto, né voglio che questa sia interpretata come una critica più pesante di quel che è in realmente: un appunto, un magari sarebbe potuto essere ancora meglio se. Ma il tutto non influenza il mio giudizio globale sull’evento, che ho trovato ottimo e di alta qualità.

La cosa che mi rode di più è aver perso (per dirla in maniera carina) la cover del PC acquistata poche settimane fa.

Vediamo però qualche numero su SMDAYIT, alcuni dei quali contenuti nel report di The Fool: 2 giorni al primo posto nei TT Italia su Twitter, il primo giorno più che il secondo, dove la prima posizione è stata mantenuta praticamente per tutta la giornata, dalle 10 del mattino circa sino alle 18. Altro piccolo dato, quasi 16 mila tweet in due giorni. Se non è un successo questo…

All’anno prossimo

In tutta sincerità, Mashable SMDAYIT è stato il primo evento a cui ho partecipato come collaboratore e non come pubblico di questa portata, e devo dire che, nonostante siano state due giornate colme di fatica, è stata altrettanta la quantità di soddisfazione e qualità nel far parte del Social Media Team




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